mercoledì 11 giugno 2008

Ma chi si deve vergognare? Loro!

Siamo alle solite: monnezza a Napoli, e si dice "l'Italia si deve vergognare".
Oppure "l'Italia subisce un danno alla propria immagine per colpa della Campania". E' vero (anche se la metà dei rifiuti viene dal Nord).
Ma cosa dire quando a Milano i dottori di una clinica sono indagati per aver ammazzato o mutilato decine di persone per poche migliaia di euro?
Ma perché mai in Toscana, nelle Marche in Umbria o in altre parti dell'Italia Centrale ci dobbiamo vergognare per schifezze fatte a Milano, o Verona o Napoli o Palermo?
Perchè ci dobbiamo vergognare, noi, quando i giornali e le televisioni all'estero ripetono fino alla nausea che a Milano ammazzano la gente negli ospedali o a che Verona pestano la gente per strada?
Che la smettono nel Nord di fare i moralisti e nel Sud di non muovere un dito.
Ognuno, ogni territorio, si prenda le sue responsabilità, noi non c'entriamo.
Autonomia e identità per il Centro Italia.

giovedì 29 maggio 2008

Sicurezza e deriva intollerante? Non nell'Italia Centrale!

Si assiste in questi giorni ad una serie di notizie che riveleno un'intolleranza di vari strati della società italiana.

E' difficile sapere se queste notizie sono dovute all'aumento di episodi violenti e intolleranti favoriti dalla presenza di questo governo al potere, o semplicemente al fatto che molti mezzi di comunicazione approfittano della situazione (Lega e destra al governo, Alemanno a Roma eccetera) per fare sensazionalismo da quattro soldi e vendere giornali.

Inoltre le forze dell'ordine sembrano non fare molto per la sicurezza, ormai da troppi anni, e i risentimenti e le paure della parte più esposta della società si fanno ovviamente sentire.

Comunque sia, gli episodi di Napoli, di Verona, di Lecco o della stessa Roma esistono e non ci appartengono. I gruppi di picchiatori e le folle inferocite che battono le "province Padane", le grandi e piccole città del Nord e del Sud ancora non hanno contaminato l'Italia Centrale. E non devono passare, anche se non ne siamo immuni.

Autonomia per l'Italia Centrale, basta con l'egemonia Padana e Meridionale!

giovedì 8 maggio 2008

GOVERNO LOMBARDOSICULO...

Come volevasi dimostrare, il nuovo governo è composto essenzialmente da lombardi e siciliani, in misura minore da veneti, campani ecc.

Su 21 membri del governo, 17 0 19 vengono dalle stesse quattro regioni del nord e del sud.

Questa è, come prima e più di prima, la scarsissima rappresentanza degli interessi dell'Italia Centrale nel governo, che quindi sacrificherà ancora i nostri bisogni e le nostre priorità.

Ci vuole un cambiamento dal basso, prima che sia troppo tardi.

mercoledì 7 maggio 2008

AUTONOMIA E' DEMOCRAZIA DAL BASSO

CI sono spesso le solite solite obiezioni all'autonomismo.

Ad esempio, si dice che cosí si creano più posti politici ("la casta"), più burocrazia; che continuando ad estendere i poteri delle regioni in materia di sanità arriveremo al punto che i cittadini di una regione avranno diritti più o meno ampi di quelli della regione vicina.

Per essere chiari: se una regione vuole un sistema interamente privato e un’altra interamente pubblico, che problema c’è? L’importante è che la scelta sia democratica, cioè che una maggioranza dei cittadini DEL LUOGO sia d’accordo.

Ciò che è inammissibile è quello che succede oggi: gente che in certe zone dell’Italia vota in massa per la destra e che poi si ritrova a subire delle politiche di sinistra, o gente che vota maggioritariamente a sinistra in ampie zone che poi si ritrova ad essere governata dalla destra nazionale.

L'autonomia decisionale e di spesa non è per forza burocrazia. Del resto la burocrazia degli enti locali esiste oggi, anche in assenza di vere autonomie.

martedì 6 maggio 2008

AUTONOMISMO PER L'ITALIA CENTRALE

C'è chi dice che non esiste un Italia centrale, ma solo un'Italia o mille campanili (comuni, province...) e che per questo le prospettive federali sono impossibili.

Niente di più sbagliato. L'autonomismo è perfettamente compatibile con le identità comunali e provinciali. Basta farlo bene e in modo efficiente.

E' vero, il concetto di federalismo è purtroppo associato in Italia a slogan come "Roma ladrona" e altri raffinati esercizi di dilettica padana.

Ma in realtà i concetti di federalismo o di autonomism sono ben più nobili.

Sono idee non estremiste che non hanno niente a che fare con il clima d'intolleranza politica e sociale che esiste in molte realtà sedicenti federali (...pensate solo al linciaggio dell'altro giorno in centro a Verona: ricordate l'ultimo linciaggio in piazza della signoria, o in piazza del popolo, o in corso vannucci, o in piazza del campo o in via giacomo leopardi....?).

L'autonomismo che vogliamo è quello della tolleranza e della convivenza.

lunedì 5 maggio 2008

FEDERALISMO FISCALE, MA NON BASTA

Il solo federalismo fiscale non è "la" soluzione.

L'ITALIA CENTRALE ha bisogno di rilanciare se stessa contando su se stessa, non solo contando i suoi soldi.

Il discorso di voler tenersi i soldi e non distribuirli ad altre regioni è semplificativo.
Per esempio, siccome i redditi prodotti in Emilia o in Lombardia sono superiori a quanto ricevono queste regioni, si dice che col federalismo fiscale ci sarebbero più soldi da spendere lí dove i redditi vengono prodotti.

Ma questi sono solo calcoli contabili, che tra l'altro dicono che nell'Italia centrale siamo più o meno in pareggio tra reddito prodotto e soldi ricevuti.

Il vero calcolo, anzi, la vera prospettiva è piuttosto responsabilizzarci a livello locale sia nella pianificazione della raccolta delle risorse locali, nella riscossione, nella pianificazione della spesa a livello locale e nella spesa stessa.

La cosa più importante non è spartirsi, anzi, tenersi il massimo di soldi, come se la questione del federalismo fosse un gioco a somma zero.

Invece si deve creare un autonomismo che spinga ad incrementare le risorse proprie, a creare nuove dinamiche di svilupo locale, a migliorare la propria situazione, lo sviluppo sociale ed economico.

venerdì 2 maggio 2008

FEDERALISMO VERO, AUTONOMIA, NO ALL'EGEMONIA DEL NORD E DEL SUD

Unisciti a noi per la creazione di un'alternativa federalista per l'ITALIA CENTRALE, contro il centralismo del Sud e il Leghismo rozzo e gli interessi del Nord.

Perché l’Italia Centrale conta poco o niente.

La spiegazione è semplicissima, basata su poche cifre.

Il problema è che l’Italia Centrale è poco popolata e per questo elegge pochi parlamentari e ha pochissimo potere.

Se sommiamo gli abitanti di Lombardia (quasi 10 milioni), Sicilia (5 milioni), Veneto (più di 4 milioni), Piemonte (più di 4 milioni), Campania (quasi 6 milioni) e Puglia (4 milioni), totalizziamo oltre 33 milioni di abitanti, molto più della metà della popolazione italiana (57-58 milioni)!

Invece le regioni dell’ITALIA CENTRALE hanno pochi abitanti (Marche 1 milione e mezzo, Toscana 3 milioni e mezzo, Umbria 900 mila, Abruzzo poco più di 1 milione, alto Lazio e Romagna meno di un milione…).

Si tratta di un minimo di 6 milioni e un massimo di 8 milioni di persone che vivono nell’ITALIA CENTRALE, una cifra ridicola. Meno della Lombardia da sola! Poco più che la Campania da sola!

Quindi è ovvio che con il sistema centralista o falsamente federalista basato sul potere Nord-Sud, chi ci rimette è l’Italia centrale.

I rimedi non sono semplici, ma sì che sono chiari: federalismo vero, una parte importante dell’IRPEF e delle tasse sulle imprese rimangano nelle nostre regioni; le istituzioni regionali o interregionali abbiano un vero potere decisionale e di spesa in quasi tutte le materie, escluse politica estera, difesa e poco altro.

Se nel parlamento e nel governo nazionale non potremo mai contare veramente per via della scarsa popolazione, che le decisioni e le risorse restino a livello locale!

mercoledì 30 aprile 2008

Prossimo governo e prossima opposizione

Tra qualche giorno conosceremo la composizione del governo. Tra qualche mese la consistenza e l'orientamento dell'opposizione.

Il governo si prevede così: su dodici ministri, il 70% lombardo-veneti, qualche siciliano e poco altro. I sottosegretari un pó più bilanciati (si fa per dire), con qualche poltrona scalcagnata, come ad esempio la delega ai musei e alle aree verdi, a qualche esponente minore del centro italia. Lo vedremo tra una settimana.

L'opposizione si prevede così: incassata la batosta elettorale, cercheranno soltanto di riguadagnare consensi nelle regioni più popolate: al Nord e al Sud (tanto al centro sono sempre abbastanza forti, quindi chi glielo fa fare di cambiare atteggiamento?).

Intanto stiamo ad aspettare, noi dell'ITALIA CENTRALE, sapendo che nessuno ci farà regali, né da destra, né da sinistra, perché chi comanda sono il Nord e il Sud.

martedì 29 aprile 2008

Elezioni a Roma: buone notizie o no?

Il nuovo sindaco di Roma è un esponente di destra.

Cosa significa questo? Innanzitutto che a fronte dell'avanzata della Lega al Nord, Roma si difende esprimendo un sindaco di tradizione opposta: anti-federalista, patriottico-centralista. L'unico punto che unisce la Lega ad Alemenno è la preoccupazione per la sicurezza.

Cosa significa questo per l'ITALIA CENTRALE? Ci spinge ancora di più a smarcarci dal Nord e dal Sud e dalle loro dinamiche opposte, e a cercare la nostra via autonoma al federalismo.

Non facciamoci schiacciare da Nord e da Sud!!!

lunedì 28 aprile 2008

Cos'è il CENTRO ITALIA o l'ITALIA CENTRALE?

Ci si chiedeva: ma la Romagna, l'Abruzzo, la Tuscia, la Sabina e via dicendo, sono parte dell'ITALIA CENTRALE?

Francamente non c'interessa molto delimitare dei "confini" di ció che è l'ITALIA CENTRALE. Non siamo storici, sociologi o linguisti.

Noi siamo interessati a creare un movimento di idee aperto.

L'ITALIA CENTRALE è quella parte del paese che non si sente né con il "vento politico del nord", né si sente "mezzogiorno". E' quella parte dell'Italia che non si vede rappresentata dalle classi politiche, amministrative ed economiche dominanti, che sono quelle del nord e del sud.

venerdì 25 aprile 2008

Tirreno - Adriatico: vere vie di comunicazione!

Quante volte noi dell’Italia centrale, da cittadini, da lavoratori, da piccoli imprenditori, ci siamo chiesti, in passato: ma perché dobbiamo subire le decisioni della grande industria del nord o della classe politica dominata dal sud?

E adesso che la classe politica è sempre più polarizzata (ministri e altri potenti del nord o del sud) lo schiacciamento del Centro cresce

Chi rappresenta i nostri interessi? Calderoli? Bassolino? Borghezio? Nichi Vendola? Castelli? Lombardo del MPA? Galan dal Veneto? Loiero dalla Calabria? Formigoni dal Pirellone? Rosa Russo Iervolino?… e chi più ne ha più ne metta…

Chi dirà mai che progetti come la rete di superstrade, grandi vie di comunicazione e ferrovie che dovrebbero collegare decentemente il Tirreno con l’Adriatico, Pesaro con Firenze e Grosseto, Livorno e Pisa con Terni e Ascoli, eccetera, o la valorizzazione degli aeroporti (Pisa, Firenze, Perugia, Ancona, eccetera) sono delle “priorità”?

Certo che sono delle priorità, ma non saranno certo i politici del nord o del sud a dirlo.

Del resto neanche vie di comunicazione che servono al nord e al sud, come l’Aurelia o la E45 Orte-Ravenna sono considerate delle priorità! Figuriamoci che priorità possono rappresentare le vie di comunicazione Tirreno-Adriatico.

Meditate…

giovedì 24 aprile 2008

Benvenuti nel sito dell'ITALIA CENTRALE.

Si tratta di un movimento di idee, anche politico, con pochi e chiari obiettivi.

L'ITALIA CENTRALE è un movimento, federalista, identitario, a favore della libera espressione dei cittadini delle regioni e delle aree dell'Italia centrale. Ma è soprattutto un movimento per lo sviluppo dell'Italia centrale.

E' un movimento autonomista, nell'ambito italiano ed europeo, che vuole dare voce ad aree del paese competamente dimenticate dai dibattiti politici.

Si parla sempre di Nordest, di Mezzogiorno, di Padania, di Sicilia, di regioni a statuto speciale, di Roma, di Palermo, di Milano, di Napoli...

Federalismo, resistenza alle contrapposizioni Nord-Sud, difesa degli interessi di chi si trova schiacciato tra il padanismo pseudofederale e il centralismo meridionalista?

Occorre compensare e contrastare il peso crescente della politica Padana e del Nord e il peso sempre presente della classe politica retrograda del Sud. Come? Facendo gli interessi territoriali e sociali di aree del paese che sono centrali geograficamente, ma assolutamente periferiche da un punto di vista politico e dello sviluppo.

Perché chi vive nell'ITALIA CENTRALE deve poter decidere il proprio futuro, senza l’imposizione di classi politiche lontane culturalmente: i politici del nord e leghisti sono fatti per il nord, quelli meridionali per il sud.

Noi non rivendichiamo la fondazione di fantomatici stati secessionisti neo-medievali come la Padania o la Trinacria.

Vogliamo solo diventare liberi da imposizioni ed egemonie esterne alle nostre terre.
Al contrario di altri, non vogliamo imporre la nostra egemonia, né le nostre scelte politiche, né al nord né al sud.

Le regioni e i comuni che governano le nostre terre, possono rimanere tali, ma possono, se necessario, riunirsi con patti interregionali per acquisire più forza da mettere al servizio dei loro cittadini.

Vogliamo tutelare le nostre terre, che sono uniche, ma non solo per preservarle come musei nazionali a cielo aperto.

Vogliamo infatti anche renderle destinatarie dei finanziamenti necessari per la loro modernizzazione. Finanziamenti in pericolo per le vecchie e nuove politiche, cioé quelle di contrapposizione e di accaparramento da parte del nord-padano e del sud sempre deficitario.

Le infrastrutture finanziate dallo stato centrale sono spesso e volentieri quelle del Nord e del Sud, che sono le aree da sempre dominanti politicamente, anche perché sono le aree più popolate del paese, quelle che garantiscono più consensi a classi politiche spesso impreparate e irresponsabili.

Dobbiamo far valere i nostri interessi, tanto più in quest’epoca di forza crescente dei movimenti autonomisti del Nord e del Sud.

Stiamo elaborando un programma, che sarà in breve disponibile. Inviate qui i vostri commenti, saranno benvenuti.